L’elemento centrale delle antiche tradizioni pugliesi legate al Natale era sicuramente il focolare domestico: dal fuoco prendevano vita credenze e superstizioni, con il fuoco si preparava da mangiare per l’intera famiglia, nel suo immancabile torpore si aspettava la Natività.
Riuscite, quindi, ad immaginare dove si era soliti preparare la celebre cena della Vigilia? Il camino, ampio e accogliente, era il vero centro di gravità di tutte le attività culinarie; talvolta, rappresentava addirittura un passaggio fondamentale per alcuni rituali quotidiani: preparata la pasta per dolci e manicaretti (tra i più famosi pettole e cartellate, rispettivamente morbide palline di pasta lievitata e leggere sfoglie bagnate nel miele o nel vincotto), una parte di questa doveva essere necessariamente gettata nel fuoco subito dopo aver recitato una preghiera, in segno di buon augurio.
Una volta arrivata la mezzanotte, secondo l’antico folklore popolare, la Vergine scendeva proprio nel camino domestico, per riscaldare le fasce che avrebbero avvolto il corpo del Bambino.
Il fuoco, infatti, doveva rimanere accesso per tutta la notte; le ceneri conservate addirittura per settimane. Si pensava che avrebbero protetto tutti i membri della famiglia da eventuali disgrazie.
Riuscite, quindi, ad immaginare cosa significava trascorrere il Natale nelle terre della Puglia?
Riuscite a sentire il caldo che quel focolare continua ad emanare, attraversando secoli di storia?
Ancora oggi, tenendo viva la tradizione, il fuoco non si è ancora spento.
Lasciamo che ci riscaldi ancora.